mercoledì 30 maggio 2018

Leggenda Personale


LEGGENDA PERSONALE





di Francesca Amidei

Un giorno, di tanti anni fa su un campetto nella periferia romana, abbiamo iniziato a giocare a tennis. Spinti dall'innocente senso di piacere che tale attività di per sé ci procurava ma poi, come d'incanto, siamo stati assaliti dalla devastante forza estrinseca che esige una ricompensa concreta o morale al nostro agire.

Il sorgere di un sogno (più poetico chiamarlo sogno rispetto all'impersonale e freddo termine "obiettivo") ci ha trasformato in agonisti, e dato il la alla nostra personale leggenda tennistica.


La leggenda personale è quello che si è sempre desiderato fare. Infatti da giovani tutto ci appare possibile, non disdegniamo di sognare  e desideriamo di raggiungere i nostri obiettivi. Con il passare degli anni, però, questa volontà innata svanisce sotto le pressioni della vita che ci portano a percepire quegli stessi sogni lontani e impossibili da realizzare...


Un cammino lungo attraverso le dune del deserto per raggiungere il nostro tesoro. Vittorie preziose come l'acqua e inevitabili sconfitte che, come le tempeste di sabbia, spazzano via tutte le certezze acquisite sul campo in ore di allenamento, mettendoci di fronte a una distesa informe di granelli.

A noi la scelta se continuare a lottare per arrivare alla meta o cedere il passo di fronte agli inevitabili ostacoli che il tennis, la vita più in generale, ci presenta. Ognuno ha la propria storia personale e risulta quindi inutile, per quanto di uso comune, cadere in banali e poco proficui paragoni tennistici. Affrettare o rallentare i tempi appare in egual misura sbagliato perché abbiamo l'esigenza di provare, sbagliare, sperimentare, cambiare per ottenere la massima prestazione. 

Evolvere nel gioco e nella mente per sostenere la pressione ricorrente che ci accompagna nei momenti caldi del match, al fine di concretizzare le opportunità che ci creiamo. Ciò che ci blocca sono le scadenze temporali prefissate, ovvero decidere a priori quando arrivare all'obiettivo. Eppure in uno sport complesso come il tennis, animato da un numero incalcolabile di variabili impazzite, diventa limitante mettere tali paletti come le date sociali prestabilite che coordinano lo scandire della vita.

Il vero sogno, quindi, altro non è che scegliere di fare ogni giorno ciò che desideriamo. Una filosofia di vita dentro e fuori dal campo da tennis che non potrà mai essere appagata o scalfita dal numero di  coppe vinte e dal raggiungendo del proprio best ranking.

Solo così possiamo custodire intatta questa volontà innata, in cui tutto ci appare possibile.

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