lunedì 30 luglio 2018

La Campana di Vetro


LA CAMPANA DI VETRO





di Francesca Amidei

Orientarsi in un campo da tennis, anche se è uno spazio finito, è tutt'altro che semplice figuriamoci capire la direzione da prendere nelle infinite strade che il mondo ci offre. Ogni tentativo di stabilire un equilibrio è destinato a fallire, la sola possibilità è cercare la vita orientandosi di volta in volta con un gps interiore.

Come e quanto solo le due variabili che attribuiscono senso alle nostre esperienze. Il tempo che si dedica all'allenamento e la qualità in campo, che non racchiude solo l'efficacia dei colpi giocati ma lo spirito con cui affrontiamo quelle ore di fatica sotto il caldo sole estivo. Sei anni sono forse pochi per decidere cosa si vuole fare nella vita, come diventare un tennista, ma sufficienti per iniziare a coltivare un sogno al patto che non venga contaminato dal virus del successo, che fa volare via lo spirito gioioso di bambino per insinuare in lui le bramose ansie dell'essere adulto.

La frase "a parità di livello nel tennis vince il giocatore più colto" non è un inedito nel nostro sport, che richiede un certo acume tattico e strategico per prevalere di fronte a uno stallo tecnico. D'altronde la differenza tra un player e uno che gioca bene a tennis sta nelle scelte.  Capire la situazione e cogliere il momento adatto per poter sferrare in modo efficace i propri colpi, visto che non sono presenti dei giudici a bordo campo che alzano le palette per attribuire un voto all'esecuzione estetica del gesto tecnico.

Questa capacità si sviluppata con l'esperienza. Condizione imprescindibile per donare ai ragazzi un navigatore con più mappe - frutto del loro vissuto - per decidere se andare dritti, girare a destra, svoltare a sinistra o fare un inversione a U al fine di percorrere la loro strada. Allenamento, sacrificio e dedizione sono necessari per ottenere risultati sul campo allo stesso modo delle prime volte che un adolescente deve vivere per sentirsi completo.
Facciamo vedere loro il mondo esterno attraverso una campana di vetro per un nostro intimo timore, che gli possa piacere di più rispetto allo stare in campo. Eppure noi, che siamo stati un pò giocatori,  sappiamo che ogni goccia di sudore versata su quella terra rossa si riempie di significato solo se abbiamo scelto consapevolmente di stare lì.

Allora attiviamo la modalità offline affinché possano cercare la vita con il loro gps interiore capace di penetrare nel cuore e, scegliere liberamente di percorrere quell'autostrada tennistica che non prevede svincoli.


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