mercoledì 26 dicembre 2018

Servizio, dritto, rovescio e... Comunicazione


Servizio, dritto, rovescio e... Comunicazione




di Francesca Amidei

Oggi si parla di società della comunicazione. E altrettanto spesso si dice che tutto è comunicare.

Il primo modello matematico informazionale di Shannon e Weaver definisce la comunicazione come trasmissione. Ovvero l'unica cosa che realmente conta, è che una data informazione venga trasmessa da un punto iniziale A a un punto finale B. Successivamente si sono sviluppate altre definizioni come scambio di valori, relazione sociale e condivisione che considerano l'atto comunicativo come un processo.

In ambito tennistico poniamo l'attenzione sulla funzione pragmatica della comunicazione, vale a dire la capacità di provocare degli eventi nei contesti di vita attraverso l'esperienza comunicativa, intesa sia nella sua forma verbale che non verbale. La pragmatica è quindi presente nelle tre fasi dell'insegnamento del tennis: sapere - saper fare - saper far fare.

Arriviamo così a spostare il focus sull'influenza reciproca tra emittente e destinatario all'interno del processo comunicativo, per poter in questo modo analizzare le funzioni della comunicazione. Se consideriamo l'insegnamento del tennis a livello di avviamento e pre-perfezionamento le funzioni più ricorrenti sono quella poetica, conativa e denotativa. L'enfasi è posta rispettivamente sul messaggio, sul destinatario e sul contesto.

Inoltre, segmentando l'estensione del flusso comunicativo, a seconda dei soggetti coinvolti, si possono distinguere due processi comunicativi del tennis: la comunicazione intrapersonale, che comprende ciò che avviene all'interno del soggetto, e la comunicazione interpersonale cioè il processo comunicativo insegnante - allievo.

Infine nell'insegnamento del tennis ricorriamo a tre linguaggi della comunicazione che si esplicano in verbale, para verbale ed extra verbale. Si sta diffondendo una linea guida di pensiero che afferma la crescente importanza della comunicazione non verbale vista come un rafforzativo di un linguaggio verbale che, per esigenze di campo, deve essere coinciso, diretto, chiaro e con pochi e specifici feedback.

Quindi essere un abile comunicatore si traduce, a livello relazionale, in un enorme vantaggio dal momento che gli sviluppi professionali futuri della figura del maestro di tennis, prevedono che egli debba avere una duplice comunicazione nel tennis e del tennis.


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