domenica 17 aprile 2016

Comunico Quindi Sono

 COMUNICO QUINDI SONO



di Francesca Amidei

Affermare che la comunicazione possa avere un ruolo cruciale in uno sport individuale come il tennis potrebbe risuonare strano o perlomeno esagerato. Eppure se ci pensiamo un attimo ci accorgeremo che durante un allenamento o un match dobbiamo essere in grado di interagire positivamente con noi stessi, di essere in sintonia con l' allenatore e di captare cosa passa nella mente del nostro avversario. E per riuscire a fare ciò dobbiamo diventare degli abili comunicatori, consapevoli del ruolo da prima donna che il paralinguaggio e la comunicazione non verbale rivestono nell' universo espressivo, con lo scopo ultimo di identificare il metodo di allenamento che più ci rispecchia come persone.

Il paralinguaggio è l’ arte di moderare e controllare la voce attraverso cinque componenti vocali considerate separatamente dal significato delle parole come il ritmo, la risonanza, il timbro, l’ articolazione, il tono e il volume. Anche la comunicazione non verbale, come facilmente intuibile, possiede delle potenzialità che vanno ben oltre il potere della parola qualora riusciamo a creare un sincronismo tra ciò che diciamo con le parole e ciò che comunichiamo con i gesti. In pratica per aumentare la nostra credibilità, ciò che diciamo con la parola non deve essere smentito da quello che comunichiamo con la gestualità delle mani, l’ espressioni del viso e la postura. Quindi ogni giocatore durante un dialogo con il proprio allenatore o osservando il suo avversario in un match, capterà una serie di informazioni “non dette” da decodificare che modificheranno la comprensione finale dell’ atto comunicativo.

Perché non chiedere direttamente ai protagonisti del nostro sport (i players non i coach!) se preferiscono un metodo di allenamento autorevole o cooperativo al fine di migliorare il loro rendimento in campo?

Usando uno dei social network più in voga del momento – WhatsApp – ho rivolto questa domanda a dieci giovani tennisti che abbiamo il piacere di allenare e quasi unanimemente hanno scelto il metodo cooperativo, cioè organizzare un metodo di apprendimento dove le tattiche e le tecniche sono presentate come problemi da risolvere e attraverso il quale l’ atleta scopre e sperimenta soluzioni e decide cosa e come fare.

In una parola vogliono la condivisione. Per crescere come giocatori, per diventare giovani uomini e giovani donne, per scoprire se stessi perché in fondo allievi lo saremo per tutta la nostra vita dentro e fuori il campo da tennis. Allora ricordiamoci, così come sappiamo a memoria le strofe e il ritornello della nostra canzone del cuore, queste tre semplici parole


 Comunico * Quindi Sono