COMUNICO
QUINDI SONO
di Francesca
Amidei
Affermare che la
comunicazione possa avere un ruolo cruciale in uno sport individuale come il
tennis potrebbe risuonare strano o perlomeno esagerato. Eppure se ci pensiamo
un attimo ci accorgeremo che durante un allenamento o un match dobbiamo essere
in grado di interagire positivamente con noi stessi, di essere in sintonia con
l' allenatore e di captare cosa passa nella mente del nostro avversario. E per
riuscire a fare ciò dobbiamo diventare degli abili comunicatori, consapevoli
del ruolo da prima donna che il paralinguaggio e la comunicazione non verbale
rivestono nell' universo espressivo, con lo scopo ultimo di identificare il
metodo di allenamento che più ci rispecchia come persone.
Il paralinguaggio è l’
arte di moderare e controllare la voce attraverso cinque componenti vocali
considerate separatamente dal significato delle parole come il ritmo, la
risonanza, il timbro, l’ articolazione, il tono e il volume. Anche la
comunicazione non verbale, come facilmente intuibile, possiede delle
potenzialità che vanno ben oltre il potere della parola qualora riusciamo a
creare un sincronismo tra ciò che diciamo con le parole e ciò che comunichiamo
con i gesti. In pratica per aumentare la nostra credibilità, ciò che diciamo
con la parola non deve essere smentito da quello che comunichiamo con la
gestualità delle mani, l’ espressioni del viso e la postura. Quindi ogni
giocatore durante un dialogo con il proprio allenatore o osservando il suo
avversario in un match, capterà una serie di informazioni “non dette” da
decodificare che modificheranno la comprensione finale dell’ atto comunicativo.
Perché non chiedere
direttamente ai protagonisti del nostro sport (i players non i coach!) se
preferiscono un metodo di allenamento autorevole o cooperativo al fine di
migliorare il loro rendimento in campo?
Usando uno dei social
network più in voga del momento – WhatsApp – ho rivolto questa domanda a dieci
giovani tennisti che abbiamo il piacere di allenare e quasi unanimemente hanno
scelto il metodo cooperativo, cioè organizzare un metodo di apprendimento dove
le tattiche e le tecniche sono presentate come problemi da risolvere e
attraverso il quale l’ atleta scopre e sperimenta soluzioni e decide cosa e
come fare.
In una parola vogliono
la condivisione. Per crescere come giocatori, per diventare giovani uomini e
giovani donne, per scoprire se stessi perché in fondo allievi lo saremo per
tutta la nostra vita dentro e fuori il campo da tennis. Allora ricordiamoci,
così come sappiamo a memoria le strofe e il ritornello della nostra canzone del
cuore, queste tre semplici parole
Comunico * Quindi * Sono