martedì 26 dicembre 2017

Cortocircuito

CORTOCIRCUITO






di Francesca Amidei

Una partita di tennis non è come un circuito elettrico chiuso in cui la corrente elettrica fluisce con continuità ma un groviglio di fili elettrici con un altissimo rischio di cortocircuito. Momenti di alta e bassa tensione si alternano nell'arco del match con assoluta imprevedibilità, come il nostro battito cardiaco che accelera e decelera in modo irregolare governato da quelle emozioni che farebbero impazzire qualsiasi elettrocardiogramma negandoci l'idoneità agonistica.

Annullare ogni distrazione esterna immaginando di giocare in un campo costruito all'interno di una camera insonorizzata dove non ci sono suoni, non penetrano rumori nel tentativo di estraniarsi per un paio d'ore dalla vita frenetica che ci appartiene. Il cellulare in modalità aereo testimonia che siamo sul pezzo, centrati a colpire la palla e a dettare i ritmi dell'incontro.

Il sangue scorre fluido nell'apparato circolatorio, il nostro personale circuito elettrico in cui il cuore è la pompa centrale, fino a quando riusciamo a ignorare il flusso di pensieri futuristici che intasano la mente. È l'idea fugace di ciò che potrà accadere che ci distacca dal presente, altera lo scandire delle pulsazioni, modifica il nostro equilibrio interno provocando un piccolo cortocircuito come il brivido di un bacio.

Un black out da ripristinare in tempi brevi per arginare l'emorragia di punti che rimette in discussione le sorti del set. Essendo un gioco a due riceveremo dei continui stimoli esterni da colui che si trova al di là della rete esattamente a 23,77 metri da noi. Distanza che all'interno di una comunicazione viene definita dalla prossemica come spazio pubblico ma anche la semiologia sa che, il campo da tennis, annulla le leggi spaziali e ogni forma di comunicazione avviene nella sfera intima.

Ogni interruttore è associato a un circuito, è importante non riattaccare la corrente prima di aver trovato il problema per evitare di prendere la scossa e perdere definitivamente il match. Quindi dobbiamo capire qual'è il circuito vittima del guasto che ci fa chiudere la vena, che ci porta via la serenità e che trasforma il piacere di giocare in nauseante frustrazione.

Individuare dov'è localizzato il cortocircuito - asciugamanino in faccia al cambio campo inspirando ed espirando profondamente per capire la causa che l'ha provocato - per riaccendere la luce dentro di noi prima di rischiare di rimanere al buio.