di Francesca
Amidei
Una partita di tennis non è come un circuito elettrico chiuso in
cui la corrente elettrica fluisce con continuità ma un groviglio di fili
elettrici con un altissimo rischio di cortocircuito. Momenti di alta e bassa tensione
si alternano nell'arco del match con assoluta imprevedibilità, come il nostro
battito cardiaco che accelera e decelera in modo irregolare governato da quelle
emozioni che farebbero impazzire qualsiasi elettrocardiogramma negandoci
l'idoneità agonistica.
Annullare ogni distrazione esterna immaginando di giocare in un
campo costruito all'interno di una camera insonorizzata dove non ci sono suoni,
non penetrano rumori nel tentativo di estraniarsi per un paio d'ore dalla vita
frenetica che ci appartiene. Il cellulare in modalità aereo testimonia che
siamo sul pezzo, centrati a colpire la palla e a dettare i ritmi dell'incontro.
Il sangue scorre fluido nell'apparato circolatorio, il nostro
personale circuito elettrico in cui il cuore è la pompa centrale, fino a quando
riusciamo a ignorare il flusso di pensieri futuristici che intasano la mente. È
l'idea fugace di ciò che potrà accadere che ci distacca dal presente, altera lo
scandire delle pulsazioni, modifica il nostro equilibrio interno provocando un piccolo
cortocircuito come il brivido di un bacio.
Un black out da ripristinare in tempi brevi per arginare
l'emorragia di punti che rimette in discussione le sorti del set. Essendo un
gioco a due riceveremo dei continui stimoli esterni da colui che si trova al di
là della rete esattamente a 23,77 metri da noi. Distanza che all'interno di una
comunicazione viene definita dalla prossemica come spazio pubblico ma anche la
semiologia sa che, il campo da tennis, annulla le leggi spaziali e ogni forma
di comunicazione avviene nella sfera intima.
Ogni interruttore è associato a un circuito, è importante non
riattaccare la corrente prima di aver trovato il problema per evitare di
prendere la scossa e perdere definitivamente il match. Quindi dobbiamo capire
qual'è il circuito vittima del guasto che ci fa chiudere la vena, che ci porta
via la serenità e che trasforma il piacere di giocare in nauseante
frustrazione.
Individuare dov'è localizzato il cortocircuito - asciugamanino
in faccia al cambio campo inspirando ed espirando profondamente per capire la
causa che l'ha provocato - per riaccendere la luce dentro di noi prima di
rischiare di rimanere al buio.