di Francesca Amidei
La bellezza è conoscenza, armonia,
trasporto e se compresa porta al godimento dell' anima e del corpo. La
percepiamo attraverso il nostro sistema sensoriale ma nonostante ciò esistono
dei canoni di bellezza universalmente riconosciuti.
Se
ora chiudiamo gli occhi e immaginiamo il dritto dei nostri sogni, una smorfia
involontaria simile ad un sorriso apparirà sul nostro volto.
Così come se impugniamo la racchetta e ripetiamo una serie di dritti e rovesci nel vuoto fendendo l' aria, sentiremo che una piacevole vibrazione solleticherà il nostro braccio.
E poi all'improvviso siamo nel bel mezzo di una partita, tra finzione e realtà, a giocare il colpo perfetto con un brivido che ci sale dalla schiena e ci entra nel cervello facendo impazzire le sinapsi in un susseguirsi di scosse elettriche che provano a trasmetterci l' essenza della bellezza tennistica.
Così come se impugniamo la racchetta e ripetiamo una serie di dritti e rovesci nel vuoto fendendo l' aria, sentiremo che una piacevole vibrazione solleticherà il nostro braccio.
E poi all'improvviso siamo nel bel mezzo di una partita, tra finzione e realtà, a giocare il colpo perfetto con un brivido che ci sale dalla schiena e ci entra nel cervello facendo impazzire le sinapsi in un susseguirsi di scosse elettriche che provano a trasmetterci l' essenza della bellezza tennistica.
"La bellezza umana in questione è una bellezza di tipo
particolare; si potrebbe definire bellezza cinetica. La sua forza e la sua
attrattiva sono universali. Sesso o modelli culturali non c' entrano. C' entra,
piuttosto, la riconciliazione tra gli essere umani e il fatto di avere un
corpo."
- David Foster Wallace –
Seduti sugli spalti dei campi più prestigiosi al mondo vestiamo i panni di conoscitori di bellezza, strabuzzando gli occhi di fronte alla perfezione del gesto tecnico del campione di turno. Dritti, rovesci, servizi e colpi di magia eseguiti con una tale naturalezza da banalizzare di per se uno sport assai complesso, come una prosa che rende comprensibile una poesia privandola al tempo stesso del suo fascino e della sua magia.
Una metamorfosi si impossessa di noi quando da spettatori diventiamo giocatori, offuscati da un malsano agonismo che ci fa voltare le spalle alla nostra e all'altrui bellezza. La conoscenza si trasforma in ignoranza, il godimento in frustrazione. Incapaci di dirci bravo al termine di un punto magistralmente giocato o di applaudire chi, al di là della rete, ha appena messo a segno un colpo vincente di rara genialità.
Allora
solo se saremo disposti a tenere gli occhi bene aperti ci accorgeremo che la
vera bellezza è presente nella quotidianità delle nostre vite, senza il bisogno
di ricercarla nei tornei più prestigiosi del globo.