di Francesca
Amidei
Il Giorno Dopo...
La leggenda narra che al risveglio ci si sente leggeri come una
bolla di sapone che si libra in aria cullata dal vento.
La realtà ci riserva un trattamento più brutale in cui nulla
sembra così diverso da ieri.
Micro e macro obiettivi da raggiungere nel breve e nel lungo
termine. Un flusso continuo di stimoli prestativi tecnici, tattici, mentali che
ci porteranno al raggiungimento dell'obiettivo finale, di risultato.
Anni di allenamento per giocarci tutto in un unico match tra suspance, tensione ed eccitazione come nella trama di ogni thriller che si rispetti.
Anni di allenamento per giocarci tutto in un unico match tra suspance, tensione ed eccitazione come nella trama di ogni thriller che si rispetti.
Quattro ore di disagio estremo perché si sa che la partita,
quella con la p maiuscola, si decide solo al terzo set secondo la nota equazione
matematica del tennis underground. Quattordicimilaquattrocento secondi, per noi
il momento della verità. L'ultima chance dove sviolinare colpi, scelte, momenti
di euforia e depressione sportiva per concretizzare quell'agglomerato di parole
che racchiude il nostro obiettivo.
Può essere una finale o una questione di punti, gli ultimi da
conquistare per leggere accanto al proprio nome quei due numeri che
impersonificano la classifica tanto desiderata. Però se nella vita si è scelto
di fare i tennisti bisogna essere consapevoli che nel gioco del tennis è
paradossalmente possibile che chi segna più punti possa perdere l'incontro e
quindi, in una realtà così infinitamente variabile, non possiamo stabilire a
priori quale sarà la nostra Partita.
Il momento di alzare le braccia al cielo in segno di vittoria
prima o poi arriverà ma non ci sentiremo dei supereroi come erroneamente
immaginavamo. Le gambe forse cederanno svuotate dall'ultima scarica di
adrenalina, il cuore per un istante batterà più forte accompagnato da un
involontario e quanto mai sincero sorriso. Ma nelle successive 24 ore, per
quanto ci sforziamo di emanare gioia, una frase ricorrente intasa la nostra
mente come la più luminosa delle insegne a led "è tutto qui...".
Allora capiamo che non è il momento in sè ad essere speciale ma
il cammino che intraprendiamo per raggiungere quel fugace orgasmo tennistico.
Sperimentare, azzardare, cadere, ferirsi e rischiare di nuovo tra dubbi e poche
certezze. Condividere questo meraviglioso viaggio alla comprensione di sè con
chi ha fame di scoperta e non voglia limitarsi tristemente a impattare o
lanciare la pallina dirigendo le danze come un damerino.
Il cammino del tennista risiede nel godersi appieno l'unicità di
ogni istante dell'allenamento, sfuggendo dall'ossessivo pensiero del Giorno
Dopo...
"Cerca la compagnia di
individui che sperimentano, che azzardano, che cadono e si feriscono, prima di
tornare a rischiare di nuovo. Rifuggi dalle persone che propugnano una verità
criticando chi non la pensa come loro, che non hanno mai agito senza essere
convinte di guadagnarsi il rispetto degli altri, che preferiscono avere
certezze piuttosto che dubbi."
- Paulo Coelho -