di Francesca Amidei
Stiamo per impattare la
pallina ed il tempo si ferma.
Qualcuno ha messo in
pausa la nostra partita, la nostra vita.
Un misterioso evento di
dilatazione temporale per cui una frazione di secondo diventa eterna e veniamo risucchiati
in un turbine di indecisione che accelera la nostra attività celebrale in un
susseguirsi di ipotesi. Abbiamo rimosso dalla nostra mente tutti i dettami
tattici del tennis moderno e non sappiamo più quale sia la scelta giusta, il
colpo da eseguire in quella situazione di gioco.
Però tra poco qualcuno
schiaccerà di nuovo play così la pallina riprenderà a fluttuare nell'aria al
di là della rete, la vita a scorrere veloce.
Siamo ansiosi di
scoprire se quella scelta, che non sappiamo ancora se essere razionale o
impulsiva, ci abbia fatto vincere il punto o segnato la nostra resa.
"Quella scelta che può essere determinata dalla ragion pura
è chiamata libera scelta. Quella che può essere determinata solo dall'inclinazione (impulso) sarebbe scelta animale. La scelta umana, in ogni caso, è
una scelta che può indubbiamente essere influenzata ma non determinata dagli
impulsi"
Secondo Kant la scelta è sempre libera nel senso che dopo la
spinta impulsiva sarà la ragione a decidere. Quindi mentre corriamo verso la
palla abbiamo già in mente che colpo giocare ma spesso capita che al momento
clou la paura, mista a tensione, ci offusca la mente e irrigidisce il braccio.
Allora chiudiamo gli occhi e lasciamo che la pallina urti la racchetta nella
speranza che il nostro sistema nervoso, prima di andare in standby, abbia
lanciato un ultimo giusto impulso al braccio e che quella sfera gialla pelosa
rimbalzi lì nel punto che avevamo immaginato.
Nell'istante in cui lanciamo la moneta ci rendiamo conto di
aver già scelto ma di non poter più fermare il suo moto rotatorio e con un
brivido nel cuore speriamo che il nostro impulso di scegliere testa o croce
risulti vincente.