di Francesca Amidei
Orientarsi in un campo da tennis, anche se è uno spazio finito,
è tutt'altro che semplice figuriamoci capire la direzione da prendere nelle
infinite strade che il mondo ci offre. Ogni tentativo di stabilire un equilibrio
è destinato a fallire, la sola possibilità è cercare la vita orientandosi di
volta in volta con un gps interiore.
Come e quanto solo le due variabili che attribuiscono senso alle
nostre esperienze. Il tempo che si dedica all'allenamento e la qualità in
campo, che non racchiude solo l'efficacia dei colpi giocati ma lo spirito con
cui affrontiamo quelle ore di fatica sotto il caldo sole estivo. Sei anni sono
forse pochi per decidere cosa si vuole fare nella vita, come diventare un
tennista, ma sufficienti per iniziare a coltivare un sogno al patto che non
venga contaminato dal virus del successo, che fa volare via lo spirito gioioso
di bambino per insinuare in lui le bramose ansie dell'essere adulto.
La frase "a parità di livello nel tennis vince il giocatore
più colto" non è un inedito nel nostro sport, che richiede un certo acume
tattico e strategico per prevalere di fronte a uno stallo tecnico. D'altronde
la differenza tra un player e uno che gioca bene a tennis sta nelle
scelte. Capire la situazione e cogliere il momento adatto per poter
sferrare in modo efficace i propri colpi, visto che non sono presenti dei
giudici a bordo campo che alzano le palette per attribuire un voto
all'esecuzione estetica del gesto tecnico.
Questa capacità si sviluppata con l'esperienza. Condizione
imprescindibile per donare ai ragazzi un navigatore con più mappe - frutto del
loro vissuto - per decidere se andare dritti, girare a destra, svoltare a
sinistra o fare un inversione a U al fine di percorrere la loro strada. Allenamento,
sacrificio e dedizione sono necessari per ottenere risultati sul campo allo
stesso modo delle prime volte che un adolescente deve vivere per sentirsi
completo.
Facciamo vedere loro il mondo esterno attraverso una campana di
vetro per un nostro intimo timore, che gli possa piacere di più rispetto allo
stare in campo. Eppure noi, che siamo stati un pò giocatori, sappiamo che
ogni goccia di sudore versata su quella terra rossa si riempie di significato
solo se abbiamo scelto consapevolmente di stare lì.
Allora attiviamo la modalità offline affinché possano cercare la
vita con il loro gps interiore capace di penetrare nel cuore e, scegliere liberamente di percorrere quell'autostrada tennistica che non prevede svincoli.