di Francesca Amidei
È stato un signore, non ha esultato. Un lieve sorriso sul volto
per ribadire, silenziosamente, che lui è il numero uno al mondo.
Sembrava
scritta la nona sinfonia del Re. Lì nel suo giardino di casa, davanti al suo
pubblico, sviolinando il repertorio di un tennis più unico che raro.
Quattro ore
e cinquantotto minuti di pura follia. E quel tie break sul 12 pari che ha
scollato bruscamente i nostri occhi dallo schermo, mettendo fine ad un'ipnosi
idilliaca.
Questo è il
tennis. Uno sport le cui statistiche a fine partite ti imbrogliano su chi sia
stato il vincitore. Percentuali e numeri fini a se stessi, troppo freddi, per
descrivere quanto accaduto sul manto verde circondato da pathos.
5-4...
40/15... e servizio. Si pensa che la storia voglia raccontare del nono sigillo
dello svizzero nel tempio del tennis. I titoli dei giornali sono già pronti,
con immagini dorate e la scritta eterno Roger. Ma non bastano gli anni
anagrafici per avere il coraggio di tirare, lì e ora, un ace, un dritto
vincente inside in o un rovescio lungo linea.
In
quell'istante, quando la scritta piccolina "championship point" sotto
il punteggio è scomparsa, abbiamo pensato non la vince più. Lo svizzero era in
giornata di grazia. Piedi sulla riga, lo show del controbalzo, pura perfezione
tecnica. Ma da un punto di vista mentale, ha scricchiolato in passato, e ha
vacillato anche ieri, quando ormai sembrava già tutto deciso.
Il serbo è
una presenza costante che non riesci a sgrullarti di dosso. Non si esalta dopo
il 7/6, non si sgretola incassato il 6/1. Sa perfettamente quali sono i punti
che deve ottenere, e li vince. In quei quindici non scivola, non stecca ma
colpisce con precisione e gambe ferme. Un robot programmato per distruggere.
Alla fine
uno alza la coppa e l'altro, fissa il vuoto, con in mano un piatto.
Una finale che verrà ricordata a lungo, seguita da poche parole, pronunciate in un microfono vuoto: "I will try to forget it".
Una finale che verrà ricordata a lungo, seguita da poche parole, pronunciate in un microfono vuoto: "I will try to forget it".
Federer è il
migliore... Nole il più forte.