IL CAMALEONTE
di Francesca
Amidei
Nel tennis moderno sono state definite cinque tipologie di
giocatore per esaltare i punti di forza e nascondere le debolezze di ogni
tennista, allo scopo di far emergere le caratteristiche individuali degli
atleti. Tale classificazione stilata dagli addetti ai lavori si esplicita con
l'attaccante da fondo, il contrattaccante da fondo, il completo a tutto campo,
il giocatore d'attacco, il giocatore serve & volley e il camaleonte.
Le prime cinque tipologie sono universalmente riconosciute e
quindi di facile comprensione per chi vive nel tennis e per il tennis. La sesta
può invece suscitare un certo interesse come l'attenzione totalizzante di un
bambino per un nuovo gioco. Una parola al di fuori di quel glossario ufficiale che
si ripropone presuntuosamente di definire ogni singolo gesto e movimento che
compiamo impugnando la racchetta.
Un rettile che per sua natura ha la capacità di mutare colore e
mimetizzarsi con il mondo che lo circonda, non può limitarsi a impersonificare una
tipologia di giocatore ma raccoglie al suo interno un significato simbolico ben
più profondo. Una filosofia di vita improntata sull'adattamento estremo e
repentino regolato dallo stato emotivo e questo principio va oltre le doti
tecniche per le quali veniamo pubblicamente etichettati come giocatori X,
perchè qui si parla della nostra essenza più profonda che rifiuta banali
classificazioni per proteggere la sua libertà al cambiamento.
Allora camaleonte è colui che ingloba tutte le tipologie e
nessuna, sa districarsi tra gli schemi standardizzati dei suoi avversari
smascherando la loro natura tennistica a tinta unita che sbiadisce colpo dopo
colpo nella ripetitività di un gioco magari redditizio ma cupo. Il camaleonte
al contrario propone un tennis variopinto dove gioca con le sue debolezze
perché sa che non possono rimanere nascoste per l'intera partita, per la vita e
le sostiene alternandole con i punti di forza in un mix di colori incerti e
fosforescenti che fondendosi insieme ci regalano un perfetto dipinto
impressionista a tinte pastello in cui attacchi, difese, contrattacchi e
discese a rete convivono in armonia.
La libertà di diversificare e creare un gioco sempre nuovo privo
di punti di riferimento per noi e per gli altri. Il coraggio di rischiare, la
voglia di andare oltre ciò che sappiamo fare per sperimentare il nuovo e arricchire
il nostro bagaglio esperienziale. E poco importa se la palla corta rimane
lunga, se l'attacco sfiora la riga senza accarezzarla o se la volèe un pò
steccata ci fa subire un passante. Batteremo le mani al nostro amico al di là
della rete consapevoli che quel applauso è anche per noi, perché ci siamo
spinti oltre quella prigione tennistica e mentale dove ci siamo rinchiusi
limitando la nostra libertà di espressione.
I camaleonti cambiano colore per amore e non semplicemente per
mimetizzarsi con l'ambiente circostante, così noi dobbiamo competere per
scoprire le variazioni cromatiche che più ci appartengono e non semplicemente
per la vittoria.