sabato 31 marzo 2018

Loser


LOSER





di Francesca Amidei

"Può sembrare incredibile da dire, però è la verità: i tennisti sono dei perdenti. La maggior parte di loro vengono sconfitti praticamente ogni settimana nella loro carriera, visto che in ogni torneo c'è solo un vincitore. Solo un giocatore alza il trofeo, mentre il resto dei tennisti deve far fronte alla sconfitta."

- Kelsey Anderson -


Dentro o fuori, vita o morte. Non esiste la seconda possibilità, la partita del riscatto che possa colmare quel vuoto quando, dopo la stretta di mano, il nostro torneo è finito. Il numero dei tennisti in gara si dimezza ogni "day" con l'assottigliarsi del tabellone che recita ottavi, quarti, semifinali, finale. Centoventotto iscritti, centoventisette perdenti e un solo vincitore.

Uno scenario di pura follia per uno sport che non ammette mezze misure. Lo ami o lo odi, non può banalmente solo piacere. Il tennis porta alla pazzia, quella vera, sospesi per ore nel vuoto come appesi a una zipline con lo 0,78% di probabilità reale di vincere il torneo. Il culmine adrenalinico si raggiunge nel tie-break tra l'eccitazione di un match point e il terrore di un set point altrui da annullare, per non cadere nel baratro del terzo set.

Un gioco celebrare dove chi abbandona si consegna alla sconfitta. Ma vale anche bluffare, sparire dal campo per qualche games tra pensieri poco ortodossi e riapparire all'improvviso con un vincente che ha il dolce sapore della svolta. Stravolgere la situazione nel punteggio e nell'anima del nostro alter ego piombato in quella dimensione di impotenza che, pochi attimi prima, ci apparteneva. Dettare i ritmi del gioco al fine di condizionare le sue scelte.

Cedere o tenere testa. Essere succubi del tennis del nostro avversario o rispondere colpo dopo colpo con schemi che si distinguono dal piattume tattico dei consueti partner di gioco, per preservare la libertà di pensiero e di esecuzione. Addomesticare la sconfitta, mantenere il focus su ciò che vogliamo ottenere senza farci travolgere dagli eventi. È la regola madre del tennis cioè, essere più forte di un unico giocatore alla volta. Ma da esseri umani quali siamo ci viene facile cadere nel subdolo tranello di non accontentarci di vincere ma di volere tutto, ovvero una ricerca spasmodica della massima prestazione.

Le singole vittorie arriveranno, alcune scontate da favoriti, altre più inaspettate di quelle che svoltano la stagione. Eppure siamo lo stesso dei LOSER intenti, settimana dopo settimana, a patteggiare con la sconfitta al fine di assorbirla a livello intracellulare e incanalare quella sensazione di vuoto nella voglia ardente di una nuova sfida.

Allora abbracciamo la sconfitta, consapevoli di convivere con lei per anni tra compromessi e menzogne, in attesa di un inevitabile divorzio che ci farà diventare dei winners.