IL TENNISTA
di Francesca Amidei
Il tennista è una figura mitologica.
Un super atleta con abilità tecniche-tattiche specifiche e un
flusso continuo di pensieri che identifica la sua umana natura. Imprigionati
nel bramoso desiderio terreno di successo che ci accompagna da quando al
mattino apriamo gli occhi sul mondo fino alla sera, per la durata di tutte le
albe che vedremo, lungo quel percorso chiamato vita.
Il tennista con il passare delle stagioni si logora nel fisico e
nella mente ma non invecchia mai. Conserva intatto lo spirito da eterno Peter
Pan, perché è consapevole, che a vent'anni ti è concesso di solcare i
palcoscenici più importanti al mondo, ma non puoi competere con i senatori
della racchetta per la vittoria finale.
Gli anni che passano si portano via l'agilità di un tempo in
cambio di un bene più prezioso, l'esperienza. Anticipare le intenzioni
dell'avversario, capire la situazione di gioco per sapere cosa accadrà prima
che succeda con l'obiettivo di annientare l'effetto sorpresa. Leggere le traiettorie
nella sua mente frutto di un quantitativo consistente di punti giocati tali da
intuire, con sicurezza analitica, lo schema tradizionale prescelto.
L'esperienza rimpiazza la scomparsa della reattività. Ci fa
apparire ancora competitivi contro quei giovani rampanti che corrono
confusionariamente di qua e di là, come i tergicristalli azionati a più
velocità in questi noiosi giorni di pioggia irregolare. Rimanere calmi negli
attimi topici della partita perché, a quasi quarant'anni, hai capito che nessun
match è mai vinto o perso finché calpesti i granelli di terra, i fili d'erba o
la resina dei campi veloci.
E soprattutto ci è stato rivelato l'elisir dell'eterna
giovinezza tennistica: dopo ogni sconfitta si muore e si rinasce allo stesso
tempo con la vita intorno a noi che, sorprendentemente, continua a scorrere nel
suo naturale flusso di eventi.
"Sono sul campo perché mi piace ancora starci, perché
mi nutro dei vostri boati e anche perché se oggi sono dolorante o non ho voglia
di inseguire quel colpo troppo stretto, so che posso battere un ventenne fresco
di titolo a Tokyo, servendomi solo dell'astuzia e di un serve & volley
demodè. So che posso prendere un parziale di 7-1 da un cagnaccio come Bautista,
ma anche che posso essere io ad addentarlo quando la palla si fa incandescente
e non c'è più tempo per recuperare..."
- Roger Federer -
Il tennista è una figura mitologica perché più invecchia e più cresce in lui la voglia di inseguire sogni troppo belli e grandi. Provocare lo scorrere del tempo sostituendo le qualità fisiche con la forza mentale, nell'assoluta consapevolezza che la velocità in km/h della sua palla è in netta diminuzione ma che il braccio non tremerà più.
Essere tennista vuol dire giocare con l'imprevedibilità tipica
di uno sport di situazione. Che poi non è tanto diverso da quello a cui tutti
veniamo iscritti gratuitamente il giorno della nostra nascita, e non è il
ripetitivo nuoto, ma la palestra della vita.